Questo materiale tradizionale, scritto da maghi e streghe, è molto interessante e curioso, in quanto in esso sono conservate molte vestigia di credenze che sono state tramandate dai tempi antichi. Aradia è chiaramente Erodiade, che anticamente era associata a Diana quale capo delle streghe e forse una replica più antica di Lilith che portava lo stesso nome.
In questa figura infatti sono abbinate e identificate le Regine del Cielo, o Regine della Notte e della Magia, dei popoli ariani e semiti ed è possibile che ciò fosse noto ai primi creatori dei miti. Già nel sesto secolo d.C., l’adorazione di Erodiade e di Diana fu condannata dalla Chiesa al Concilio di Ancira. Piperno e altri autori hanno messo in luce l’identità evidente di Erodiade e di Lilith. Iside le precedeva entrambe.
In questo testo Diana è presentata con toni vigorosi, perfino drammatici, come la dea delle persone malvagie ed empie, dei ladri, delle prostitute e, abbastanza giustamente, dei «protetti della luna», come Falstaff li avrebbe chiamati. Si riconosceva nell’antica Roma, come si riconosce oggi in India, che nessun essere umano può essere così malvagio o abietto da essere privato di un qualche genere di protezione divina e Diana era questa protettrice.