Gli dei della terra
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Presso luoghi ritenuti sacri quali boschi, sorgenti, grotte, templi rupestri e siti prodigiosi, gli Etruschi hanno lasciato il segno della loro misteriosa civiltà. L’assidua frequentazione di tali luoghi ha indotto l’Autore ad approfondire le proprie conoscenze oltre che su documenti esistenti, anche con un accurato lavoro di ricerca sul campo, tenendo conto di tutte quelle possibili deduzioni che, luoghi, monumenti, frammenti di antiche dottrine e mitologie, potessero favorire. La venuta dall’Oriente verso il Centro Italia di questo popolo dalle oscure origini, trova singolare motivazione nel fine esoterico di un primordiale culto alla terra, regolato da una enigmatica élite di Re sacerdoti, i Lucumoni. Attraverso le mitiche figure di alcune divinità, Voltumna, Tages, Minerua, Dis, viene rievocato lo scenario simbolico di quel Pantheon etrusco e italico che, ereditando tradizioni e dottrine da Pelasgi, Egizi, Mesopotamici e Cretesi, ha costituito l’ultima presenza degli antichi Dèi sulla terra, prima della rivoluzione giudaico-cristiana e parallelamente alla fondazione di Roma. Quale segno tangibile di ciò che fu il senso superiore della vita per gli Etruschi restano le “porte ì Pitigliano, Sorano, Sovana, Castel d’Asso, e così le vie cave, i tumuli-labirinti, gli interminabili cunicoli; ossia tutti quei misteriosi percorsi sotterranei, scavati fra le rocce, rivelanti i tratti arcani di una civiltà che visse il crepuscolo delle antiche dottrine cosmologiche e l’occultamento di una millenaria sacralità.
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